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september, 2023
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Mohammed Khalid Brandalise Rhazzali, vice direttore del Centro Interuniversitario per la Cultura, Diritto e Religione-FIDR, è co-responsabile scientifico del progetto internazionale PriMED – Prevenzione e Interazione nello Spazio Trans-Mediterraneo”-ID 82382-2019/2021.
Ricercatore associato all’Institut de Sciences Sociales des Religions Contemporaines de l’Université de Lausanne e responsabile scientifico dell’unità locale di Padova del progetto Eramus Plus Erasmus+ KA2, « Les trajectoires des diaspora turque et marocaine en Europe” (Capofila Université Saint-Louis (Bruxelles), è docente di «Sociologia della Religione» all’Università di Padova (I), dove co-dirige il Master in Studi sull’Islam d’Europa e il Master in Religions, Politics and Citizenship e coordina l’unità di ricerca locale del programma europeo «Transfer Radicalisation Approaches in Training (TRAin TRAINING) », cui capofila è il Ministero della Giustizia Italiano.
Tra le sue pubblicazioni : L’islam in carcere (FrancoAngeli, 2010), The end of life from an intercultural perspective. Mediators and religious assistants in the health service. Italian Journal of sociology of Education (2014) Comunicazione interculturale e sfera pubblica (Carocci, 2015), Appréhension et expérience de la pluralité religieuse dans les prisons de Suisse et d’Italie, Revue Critique Internationale » (con Becci e Schiavinato 2016), I musulmani nelle società europee (a cura di, con Allievi e Guolo, Guerini e Associati 2017), Muslim Communities in a Catholic Country, In: Abe W. Ata, Jan A Ali (eds.), Islam in the West: Perceptions and Reactions (con Pace, Oxford 2018), Vicissitudini dell’Halal e i musulmani d’Italia: tra istituzioni e mercato, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica (2019).
Professore ordinario di Sociologia all’Università di Padova.
Insegna “Sociologia” e “Pluralismo sociale e conflitti culturali” al Master in “Culture, istruzione e società globale” che ha promosso e attualmente dirige.
È stato nominato membro del Consiglio italiano sull’Islam del Ministero degli Interni fino al 2018 e del Comitato speciale per il jihadismo e la prevenzione della radicalizzazione alla presidenza del Consiglio dei ministri nel 2016-2017.
È autore di numerose ricerche e pubblicazioni, pubblicate in diverse lingue europee, in arabo e turco.
I suoi interessi di ricerca si concentrano su tre aree: immigrazione, pluralismo culturale e religioso, conflitti culturali e religiosi nello spazio pubblico.
Renzo Guolo, professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, è attualmente prorettore dell’Università di Padova.
Docenti di Sociologia della religione nel corso di laurea magistrale in Scienze filosofiche e Sociologia dell’islam nel corso di laurea triennale in Scienze sociologiche, è membro del collegio docenti del dottorato in Scienze sociali.
Dal 2013 al 2018 è stato Presidente del corso di laurea in Scienze Sociologiche.
È membro del collegio docenti del dottorato in Scienze sociali.
Dal 2013 al 2018 è stato Presidente del corso di laurea in Scienze Sociologiche.
È membro del collegio docenti del dottorato in Scienze sociali.
Dal 2013 al 2018 è stato Presidente del corso di laurea in Scienze Sociologiche.
Dal 2006 al 2009 è stato professore associato nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino.
In precedenza ha insegnato all’Università di Trieste.
Principali interessi di ricerca: il rapporto tra religione e politica; i fondamentalismi contemporanei; i processi di radicalizzazione; l’Islam in Europa; società e politica nei paesi islamici; conflitti e processi d’integrazione nelle società multiculturali.
Fa parte del comitato scientifico delle riviste “Religioni e società” e “Storia del pensiero politico” e di “Reset Dialogues on Civilization”.
È stato direttore (1996-1999) della collana di scienze politiche e sociali “ Frontiere” della Guerini Editore e membro del comitato di direzione del Fieri (Forum internazionale ed europeo di ricerca sull’immigrazione).
È editorialista del quotidiano “la Repubblica” e dei quotidiani locali del Gruppo GEDI.
Professore in psicologia sociale e della personalità, è psicologa clinica e di comunità e psicoterapeuta. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente: pluralismo culturale e religioso; comunicazione e mediazione interculturale nei contesti istituzionali e nelle interazioni quotidiane; costruzione delle identità e pratiche di posizionamento.
Si è specializzata in metodi qualitativi di ricerca sociale e, in particolare, nell’analisi del discorso e della conversazione e nell’approccio etnografico.
Insegna psicologia sociale, psicologia di comunità e comunicazione interculturale all’Università degli Studi di Padova, dove ha collaborato anche al coordinamento del Master in Studi sull’Islam d’Europa.
Da dieci anni si occupa di formazione negli ambiti della mediazione interculturale, della comunicazione e delle competenze relazionali.
È membro dell’Interaction & Culture Lab (Università di Padova) e del FIDR (Forum Internazionale Democrazia e Religioni – Centro Interuniversitario Culture, Diritti e Religioni) e socio fondatore e responsabile dei rapporti con le Università del FEMCI (Forum Euro Mediterraneo delle Competenze Interculturali).
Michele Leiris non è stato solo uno dei più importanti scrittori francesi del Novecento, ma anche un etnologo di professione. Un “secondo mestiere” per lui fonte di passioni, ma anche di delusioni e incertezza emotiva. Per Leiris la scrittura aveva funzione curativa e non solo letteraria: era il balsamo per quel conflitto interiore che diventa lacerante quando il racconto di sé entra in contrasto con l’etnografia dell’altro. In Michel Leiris etnologo, Renzo Guolo fa emergere il ruolo significativo che l’autore de L’Africa fantasma ha avuto nella storia dell’antropologia, non solo per i suoi contributi a temi come il sacro, l’erotismo, il sacrificio e la possessione, ma anche per aver evocato, prima di altri, questioni scottanti come la soggettività del ricercatore e l’incoe-renza dell’etnologia con i suoi dichiarati propositi scientifici ed emancipativi, decostruendo in tal modo i canoni allora dominanti, che ne facevano un “fuorilegge della disciplina”.
ll volume analizza le narrazioni di genitori omo-bisessuali che hanno avuto figli all’interno di matrimoni o relazioni eterosessuali.
Si tratta di una popolazione in larga parte invisibile nel dibattito pubblico così come nella ricerca italiana e internazionale sulla genitorialità lgbt+.
Eppure, sono diversi i motivi che rendono questi genitori usciti dall’eterosessualità particolarmente interessanti: dal modo in cui raccontano la costruzione dell’identità sessuale a come ricompongono le reti della parentela in seguito al coming out.
Gli approfondi menti analitici che corredano le storie di vita raccontate in prima persona mettono in luce le molteplici intersezioni tra l’eteronormatività e l’agire soggettivo tipicamente legato alle families of choice.
Ne emerge un quadro composito di continuità e innovazione che arricchisce il dibattito sulle trasformazioni della famiglia nella società contemporanea.
«Per noi, che nasciamo bipedi, il territorio di riferimento (e non solo in senso fisico, geografico) non è più necessariamente quello in cui nasciamo: è dove decidiamo di mettere radici.
Salvo la possibilità di toglierle da lì, se lo vogliamo. E trasformarci.
Anche radicalmente, che mi sembra avverbio pertinente.»
Movimenti, mescolanze, avvicinamenti tra le persone sono la norma nella vita dell’uomo.
Da quando ha assunto la postura eretta, nulla l’ha fermato dall’errare e cercare ovunque un proprio luogo, facendo della sua storia una storia di migrazioni.
Sotto la guida del sociologo Marcel Mauss e dell'antropologo Paul Rivet matura in Francia, tra le due guerre mondiali, una straordinaria leva di etnologi.
Fanno parte di una generazione che vive intensamente un tempo caratterizzato, sul piano culturale, dalla sensibilità verso il primitivismo, il jazz, il surrealismo, la psicanalisi, la letteratura come luogo della soggettività.
Un tempo scandito dall'avvento del fascismo e del nazismo, la nascita del Fronte popolare, la guerra di Spagna, la seconda guerra mondiale, l'Occupazione e il regime di Vichy, la Resistenza, il tramonto dell'impero coloniale.
Il volume ricostruisce i percorsi di alcuni di questi ricercatori (Metraux, Griaule, Leiris, Lifchitz, Paulme, Soustelle, Tillion, Rivière), animati da passione per la loro disciplina, impegnati in missioni sul terreno che li trasformano profondamente, protagonisti in prima persona degli eventi storici che li coinvolgono.
Sotto la guida del sociologo Marcel Mauss e dell'antropologo Paul Rivet matura in Francia, tra le due guerre mondiali, una straordinaria leva di etnologi.
Fanno parte di una generazione che vive intensamente un tempo caratterizzato, sul piano culturale, dalla sensibilità verso il primitivismo, il jazz, il surrealismo, la psicanalisi, la letteratura come luogo della soggettività.
Un tempo scandito dall'avvento del fascismo e del nazismo, la nascita del Fronte popolare, la guerra di Spagna, la seconda guerra mondiale, l'Occupazione e il regime di Vichy, la Resistenza, il tramonto dell'impero coloniale.
Il volume ricostruisce i percorsi di alcuni di questi ricercatori (Metraux, Griaule, Leiris, Lifchitz, Paulme, Soustelle, Tillion, Rivière), animati da passione per la loro disciplina, impegnati in missioni sul terreno che li trasformano profondamente, protagonisti in prima persona degli eventi storici che li coinvolgono.
Sotto la guida del sociologo Marcel Mauss e dell'antropologo Paul Rivet matura in Francia, tra le due guerre mondiali, una straordinaria leva di etnologi.
Fanno parte di una generazione che vive intensamente un tempo caratterizzato, sul piano culturale, dalla sensibilità verso il primitivismo, il jazz, il surrealismo, la psicanalisi, la letteratura come luogo della soggettività.
Un tempo scandito dall'avvento del fascismo e del nazismo, la nascita del Fronte popolare, la guerra di Spagna, la seconda guerra mondiale, l'Occupazione e il regime di Vichy, la Resistenza, il tramonto dell'impero coloniale.
Il volume ricostruisce i percorsi di alcuni di questi ricercatori (Metraux, Griaule, Leiris, Lifchitz, Paulme, Soustelle, Tillion, Rivière), animati da passione per la loro disciplina, impegnati in missioni sul terreno che li trasformano profondamente, protagonisti in prima persona degli eventi storici che li coinvolgono.