Eventi
Current Month
december, 2024
december, 2024
Mohammed Khalid Brandalise Rhazzali, vice direttore del Centro Interuniversitario per la Cultura, Diritto e Religione-FIDR, è co-responsabile scientifico del progetto internazionale PriMED – Prevenzione e Interazione nello Spazio Trans-Mediterraneo”-ID 82382-2019/2021.
Ricercatore associato all’Institut de Sciences Sociales des Religions Contemporaines de l’Université de Lausanne e responsabile scientifico dell’unità locale di Padova del progetto Eramus Plus Erasmus+ KA2, « Les trajectoires des diaspora turque et marocaine en Europe” (Capofila Université Saint-Louis (Bruxelles), è docente di «Sociologia della Religione» all’Università di Padova (I), dove co-dirige il Master in Studi sull’Islam d’Europa e il Master in Religions, Politics and Citizenship e coordina l’unità di ricerca locale del programma europeo «Transfer Radicalisation Approaches in Training (TRAin TRAINING) », cui capofila è il Ministero della Giustizia Italiano.
Tra le sue pubblicazioni : L’islam in carcere (FrancoAngeli, 2010), The end of life from an intercultural perspective. Mediators and religious assistants in the health service. Italian Journal of sociology of Education (2014) Comunicazione interculturale e sfera pubblica (Carocci, 2015), Appréhension et expérience de la pluralité religieuse dans les prisons de Suisse et d’Italie, Revue Critique Internationale » (con Becci e Schiavinato 2016), I musulmani nelle società europee (a cura di, con Allievi e Guolo, Guerini e Associati 2017), Muslim Communities in a Catholic Country, In: Abe W. Ata, Jan A Ali (eds.), Islam in the West: Perceptions and Reactions (con Pace, Oxford 2018), Vicissitudini dell’Halal e i musulmani d’Italia: tra istituzioni e mercato, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica (2019).
Professore ordinario di Sociologia all’Università di Padova.
Insegna “Sociologia” e “Pluralismo sociale e conflitti culturali” al Master in “Culture, istruzione e società globale” che ha promosso e attualmente dirige.
È stato nominato membro del Consiglio italiano sull’Islam del Ministero degli Interni fino al 2018 e del Comitato speciale per il jihadismo e la prevenzione della radicalizzazione alla presidenza del Consiglio dei ministri nel 2016-2017.
È autore di numerose ricerche e pubblicazioni, pubblicate in diverse lingue europee, in arabo e turco.
I suoi interessi di ricerca si concentrano su tre aree: immigrazione, pluralismo culturale e religioso, conflitti culturali e religiosi nello spazio pubblico.
Renzo Guolo, professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, è attualmente prorettore dell’Università di Padova.
Docenti di Sociologia della religione nel corso di laurea magistrale in Scienze filosofiche e Sociologia dell’islam nel corso di laurea triennale in Scienze sociologiche, è membro del collegio docenti del dottorato in Scienze sociali.
Dal 2013 al 2018 è stato Presidente del corso di laurea in Scienze Sociologiche.
È membro del collegio docenti del dottorato in Scienze sociali.
Dal 2013 al 2018 è stato Presidente del corso di laurea in Scienze Sociologiche.
È membro del collegio docenti del dottorato in Scienze sociali.
Dal 2013 al 2018 è stato Presidente del corso di laurea in Scienze Sociologiche.
Dal 2006 al 2009 è stato professore associato nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino.
In precedenza ha insegnato all’Università di Trieste.
Principali interessi di ricerca: il rapporto tra religione e politica; i fondamentalismi contemporanei; i processi di radicalizzazione; l’Islam in Europa; società e politica nei paesi islamici; conflitti e processi d’integrazione nelle società multiculturali.
Fa parte del comitato scientifico delle riviste “Religioni e società” e “Storia del pensiero politico” e di “Reset Dialogues on Civilization”.
È stato direttore (1996-1999) della collana di scienze politiche e sociali “ Frontiere” della Guerini Editore e membro del comitato di direzione del Fieri (Forum internazionale ed europeo di ricerca sull’immigrazione).
È editorialista del quotidiano “la Repubblica” e dei quotidiani locali del Gruppo GEDI.
Alessandra Agnese Grossi specialista in comunicazione ed etica medica ed assegnista di ricerca senior del Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio, è stata selezionata per fare parte del gruppo di esperti che redigeranno la 9° edizione della 𝑮𝒖𝒊𝒅𝒆 𝒕𝒐 𝒕𝒉𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒊𝒕𝒚 𝒂𝒏𝒅 𝒔𝒂𝒇𝒆𝒕𝒚 𝒐𝒇 𝒐𝒓𝒈𝒂𝒏𝒔 𝒇𝒐𝒓 𝒕𝒓𝒂𝒏𝒔𝒑𝒍𝒂𝒏𝒕𝒂𝒕𝒊𝒐𝒏 dello European Directorate for the Quality of Medicines and Healthcare (EDQM), Council of Europe
– Preside della Facoltà di Scienze dell’Educazione, Université Mohammed V de Rabat
– Full Professor in Sociologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Mohamed V di Rabat
– Direttore del Master: “Education et Insertion des Jeunes et des Enfants en Difficulté (EIJED)”
– Responsabile del gruppo di ricerca “Les Jeunes: Mutations Sociétales et Education (JEMUSE)”
– Ricercatore associato presso il Laboratoire Méditerranéen de Sociologie (LAMES), Università di Aix Marseille – Francia
Djilali El Mestari, Direttore del Centre de Recherche en Anthropologie Sociale et Culturelle – CRASC, a Orano in Algeria.
Ex consulente del Ministro algerino dell’Educazione Nazionale. Ex consulente del Ministero della Cultura del Regno del Bahrain – progetto: ” Knowledge Transfer “.
Le sue principali aree di ricerca sono: Minoranze religiose nel mondo musulmano; Giovani e religiosità; Il discorso religioso dei libri scolastici algerini.
PhD in Lingua, Letteratura e Civiltà italiana (FLAHM – Faculté des Lettres, des Arts et des Humanités, Université de La Manouba), si occupa della collettività italiana nella città di Sfax tra il 1830 e il 1914. Attualmente è Assistente a contratto presso la stessa Facoltà, dove insegna in vari Corsi di laurea triennale e magistrale e in particolare tiene degli insegnamenti al master in Italianistica, Studi Mediterranei e Comparati in collaboazione con l’Università di Urbino, oltre a svolgere delle collaborazioni, in ambito di ricerca in veste di ricercatrice affiliata, presso l’Unità dell’Università di Padova del Centro di Ricerca Interuniversitario – FIDR. Inoltre, è membro del corpo docente della Società Dante Alighieri, con funzioni di gestione della formazione e degli esami di ammissione e finali. Tra le sue pubblicazioni, «Profughi italiani di Tunisia, tra realtà e immaginario» in S. Hachicha, S. Souissi (a cura di), Imaginaire, interprétation: une dialectique? colloque pluridisciplinaire, Sfax, Imprimerie Alaeddine, 2021, pp. 7-16; «La formazione e il consolidamento della collettività italiana di Sfax tra la fine del XIX° secolo e l’inizio del XX° secolo» in Immigration Regards croisés, actes du colloque international et pluridisciplinaire, 17-19 décembre 2018, Paf, 2021. Sono in corso le seguenti pubblicazioni: «Gli italiani di Sfax tra 1830 e il contesto protettorale», in C. Russo (a cura di), Atti del colloquio internazionale “cartografie liquide. Il Mediterraneo e le relazioni italo-tunisine : per un confronto interdisciplinare”, Gabes 23-25 aprile 2023, Roma, Carocci, 2024; «La gelosia, un sentimento multiforme», in S. Chaari (a cura di), Atti del colloquio internazionale “la gelosia, un mostro dagli occhi verdi”, Sfax 09-11 marzo 2023,2024.
Rhizlane Michrafy, docteure de recherche en Droit Public et Sciences Politiques de l’Université Hassan II de Casablanca, a consacré ses recherches à la mobilité sociale et à l’impact des politiques publiques au Maroc. Ses travaux explorent les liens entre mobilité sociale, migrations et politiques publiques, avec un focus particulier sur l’emploi et l’employabilité. Chercheuse affiliée auprès du Research Group Intercultural Relations and Communication Hermes (https://hermes-unipd.it/) de l’Université de Padoue et du Centre de Recherche Interuniversitaire FIDR (https://irc-fidr.it/), elle contribue à des projets internationaux tels que « Islam and Muslims in Italy: actors, social space, and relations between religious communities and the state” (https://islamitaly-prin-mur.eu/en/) et « Arriver en Europe, partir d’Europe : trajectoires marocaines et turques » dans le cadre du programme Erasmus+ KA2 (Appel à propositions Session 1 KA2 – Coopération en matière d’innovation et d’échange de bonnes pratiques KA203 – Partenariats stratégiques dans l’enseignement supérieur – Chef de file : Université Saint-Louis Bruxelles. En outre, elle coordonne également le projet « Les droits humains au Maroc à l’épreuve des inégalités et des discriminations », dans le cadre du Programme Ibn Khaldoun (Centre Nationale de la Recherche Scientifique et Technique CNRST– Maroc). Son expertise pédagogique, déployée à l’échelle nationale et internationale, couvre des domaines variés tels que les politiques publiques, la sociologie politique et les méthodologies de recherche. En tant que conseillère en emploi à l’ANAPEC, elle accompagne les jeunes et les profils qualifiés dans leur gestion de carrière, soutient la réintégration des migrants de retour et conseille sur la migration régulière, notamment vers l’Allemagne.
Giuseppina Scala obtained her PhD in Canon Law and Law and Religion at the University of Macerata. She then attended a two-year university Master degree in Comparative Law of Religions at the Faculty of Theology of the Swiss Italian University of Lugano. At the University of Padua she is adjunct professor of “Law and Religions: Europe, Mediterranean and Middle East” in the International Master “Religion, Politics and Global Society” (initiative developed by the Universities of Eastern Piedmont, Padua and the Université Internationale de Rabat, Morocco). She is also contract professor at Bocconi University of Milan where she teaches “Introduction to Legal System”. She is Affiliated research fellow at the Center for Constitutional Studies and Democratic Development (University of Bologna/Johns Hopkins University); member of the group of national research DiReSom (https://diresom.net/) and the International Association of Constitutional Law. She has carried out research at the University of Aarhus, (Denmark) and the University of Oslo (Norway) on the topic “The relationship of State and Church in Denmark, Norway and Sweden”; at the University of Basel (Switzerland) on the topic “The teaching of religion in public schools in Swiss”; at the University of Roskilde (Denmark) for the project “The rejection of the German dogmatic on Subjectivity in Scandinavia – the case study of Religion freedom”. She was contract-researcher at Lund University (Sweden) where she worked at the Center for Theology and Religious Studies (CTR). She is responsible for the Nordics countries of the International working group “Atlas of religious or belief minority rights”. Her research interests are: the protection of the right of religious freedom in Italy and in a comparative perspective; religious pluralism and the protection of religious minorities.
Valentina Schiavinato ha ottenuto un dottorato di ricerca in Psicologia sociale e della personalità e una specializzazione in Psicologia clinica.
Presso l’Università di Padova è assegnista di ricerca nell’ambito del progetto PRIN 2022 “Islam e Musulmani in Italia: attori, spazio sociale e relazioni tra comunità religiose e Stato”.
Ha insegnato “Immaginari dell’alterità” (Corso di laurea magistrale in Pluralismo culturale, mutamento sociale e migrazioni, Università di Padova) e “Religion, Identity and Radicalisation: Socio-political Perspectives – First Part” (International Master in Religion, Politics and Global Society, Master interateneo tra Università del Piemonte Orientale, Università di Padova e Université Internationale de Rabat).
Collabora al coordinamento del “International Master in Religion, Politics e Global Studies” (Master interateneo tra Università del Piemonte Orientale, Università di Padova e Université Internationale de Rabat) e, in passato, del Master in “Studi sull’Islam d’Europa” (UniPd), del Master interuniversitario in “Politics, Religions e Citizenship” (UniUPO e UniPd), dei corsi di formazione per Imam e Murshidat (UniPd – Progetto PriMED), di attività formative sui temi della mediazione e della comunicazione interculturale.
I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente: l’Islam in Italia; il pluralismo culturale e religioso nelle istituzioni; i processi di costruzione identitaria dei giovani con background migratorio; la comunicazione e la mediazione interculturale nei contesti istituzionali e nelle interazioni quotidiane.
Michele Leiris non è stato solo uno dei più importanti scrittori francesi del Novecento, ma anche un etnologo di professione. Un “secondo mestiere” per lui fonte di passioni, ma anche di delusioni e incertezza emotiva. Per Leiris la scrittura aveva funzione curativa e non solo letteraria: era il balsamo per quel conflitto interiore che diventa lacerante quando il racconto di sé entra in contrasto con l’etnografia dell’altro. In Michel Leiris etnologo, Renzo Guolo fa emergere il ruolo significativo che l’autore de L’Africa fantasma ha avuto nella storia dell’antropologia, non solo per i suoi contributi a temi come il sacro, l’erotismo, il sacrificio e la possessione, ma anche per aver evocato, prima di altri, questioni scottanti come la soggettività del ricercatore e l’incoe-renza dell’etnologia con i suoi dichiarati propositi scientifici ed emancipativi, decostruendo in tal modo i canoni allora dominanti, che ne facevano un “fuorilegge della disciplina”.
ll volume analizza le narrazioni di genitori omo-bisessuali che hanno avuto figli all’interno di matrimoni o relazioni eterosessuali.
Si tratta di una popolazione in larga parte invisibile nel dibattito pubblico così come nella ricerca italiana e internazionale sulla genitorialità lgbt+.
Eppure, sono diversi i motivi che rendono questi genitori usciti dall’eterosessualità particolarmente interessanti: dal modo in cui raccontano la costruzione dell’identità sessuale a come ricompongono le reti della parentela in seguito al coming out.
Gli approfondi menti analitici che corredano le storie di vita raccontate in prima persona mettono in luce le molteplici intersezioni tra l’eteronormatività e l’agire soggettivo tipicamente legato alle families of choice.
Ne emerge un quadro composito di continuità e innovazione che arricchisce il dibattito sulle trasformazioni della famiglia nella società contemporanea.
«Per noi, che nasciamo bipedi, il territorio di riferimento (e non solo in senso fisico, geografico) non è più necessariamente quello in cui nasciamo: è dove decidiamo di mettere radici.
Salvo la possibilità di toglierle da lì, se lo vogliamo. E trasformarci.
Anche radicalmente, che mi sembra avverbio pertinente.»
Movimenti, mescolanze, avvicinamenti tra le persone sono la norma nella vita dell’uomo.
Da quando ha assunto la postura eretta, nulla l’ha fermato dall’errare e cercare ovunque un proprio luogo, facendo della sua storia una storia di migrazioni.
Il concetto di omofobia emerge all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso e rapidamente si impone come strumento scientifico per interrogare l’ostilità verso le persone gay e lesbiche che prima era ritenuta normale.
Altrettanto rapidamente esso oltrepassa i confini della comunità scientifica per entrare nei linguaggi del confronto politico e della vita quotidiana, diventando una «parola chiave» utilizzabile per di-versi scopi e al servizio di molti interessi.
Il libro analizza l’entrata e la diffusione di questo termine in alcuni contesti discorsivi relativi all’Italia o che hanno ricadute sull’Italia: l’ambito della ricerca sociale, quello della vita quotidiana di persone gay, lesbiche ed eterosessuali che vivono in Italia, quello della politica raccontata dai mass-media nazionali e dagli attivisti LGBT di alcune regioni italiane.
In tutti questi ambiti, il ricorso al concetto di omofobia si lega ai discorsi sulla modernizzazione – invocata o criticata – di diversi settori della società italiana.
Sotto la guida del sociologo Marcel Mauss e dell'antropologo Paul Rivet matura in Francia, tra le due guerre mondiali, una straordinaria leva di etnologi.
Fanno parte di una generazione che vive intensamente un tempo caratterizzato, sul piano culturale, dalla sensibilità verso il primitivismo, il jazz, il surrealismo, la psicanalisi, la letteratura come luogo della soggettività.
Un tempo scandito dall'avvento del fascismo e del nazismo, la nascita del Fronte popolare, la guerra di Spagna, la seconda guerra mondiale, l'Occupazione e il regime di Vichy, la Resistenza, il tramonto dell'impero coloniale.
Il volume ricostruisce i percorsi di alcuni di questi ricercatori (Metraux, Griaule, Leiris, Lifchitz, Paulme, Soustelle, Tillion, Rivière), animati da passione per la loro disciplina, impegnati in missioni sul terreno che li trasformano profondamente, protagonisti in prima persona degli eventi storici che li coinvolgono.
Sotto la guida del sociologo Marcel Mauss e dell'antropologo Paul Rivet matura in Francia, tra le due guerre mondiali, una straordinaria leva di etnologi.
Fanno parte di una generazione che vive intensamente un tempo caratterizzato, sul piano culturale, dalla sensibilità verso il primitivismo, il jazz, il surrealismo, la psicanalisi, la letteratura come luogo della soggettività.
Un tempo scandito dall'avvento del fascismo e del nazismo, la nascita del Fronte popolare, la guerra di Spagna, la seconda guerra mondiale, l'Occupazione e il regime di Vichy, la Resistenza, il tramonto dell'impero coloniale.
Il volume ricostruisce i percorsi di alcuni di questi ricercatori (Metraux, Griaule, Leiris, Lifchitz, Paulme, Soustelle, Tillion, Rivière), animati da passione per la loro disciplina, impegnati in missioni sul terreno che li trasformano profondamente, protagonisti in prima persona degli eventi storici che li coinvolgono.